A Parigi, l’artista lavora ai riporti fotografici che espone nell'aprile 1965 presso la Galerie J. La ricerca approfondisce le tecniche di fotoriproduzione è alla base di tendenze eterogenee riunite da Pierre Restany sotto il nome di Mec-Art, che raggruppa artisti italiani e francesi.
Oltre ai soggetti a sfondo storico e politico, alcuni riporti fotografici di questi anni si riferiscono esplicitamente al mondo della sessualità. La sperimentazione sulle tecniche di fotoriproduzione ben presto si arricchisce dell’interesse per il prelievo tipico della carriera iniziale dell’artista: per gli artypos – termine nato dall’unione delle parole art e typographie – Rotella si appropria delle prove di stampa dei manifesti pubblicitari destinati al macero. La realizzazione di un artypo è raccontata dall’artista nella prima pagina della sua prima autobiografia, Autorotella. Autobiografia di un artista, di cui inizia la redazione nel 1966. Nell’estate dello stesso anno una serie di artypos è esposta nel foyer del Teatro La Fenice di Venezia.
A fine 1967 lascia lo studio di rue Clément e, durante un breve soggiorno a New York, dove viene ospitato da Christo e Jeanne Claude, conosce Andy Warhol, che in quegli stessi anni sta sperimentando sulla stampa serigrafica e sulla riproduzione dell’immagine pubblicitaria. Il mondo americano attrae l’artista, che nel gennaio 1968 lascia Parigi per trasferirsi al Chelsea Hotel di New York, frequentato da giovani musicisti e artisti tra cui Robert Indiana, Roy Lichtenstein, Claes e Pat Oldenburg, di cui Rotella esegue alcuni ritratti con la tecnica del riporto fotografico.
Nel 1970 a Milano si tiene il Festival del Nouveau Réalisme: durante questo evento Rotella propone il rito della lacerazione in piazza Formentini e una performance di poesia fonetica alla Rotonda di via Besana.
Dopo un viaggio in Oriente, dove visita l’India, il Giappone e la Thailandia, al suo rientro nel 1972 pubblica Autorotella. Autobiografia di un artista.
Parallelamente alla produzione dei riporti fotografici e degli artypos, l’artista sperimenta le possibilità formali di manipolazione dell’immagine tramite solventi ed emulsioni: realizza così i frottages (o ‘abrasioni’), esposti per la prima volta nell’aprile 1973, e gli effaçages.
Nel 1974 Tommaso Trini firma una monografia sul lavoro di Rotella, la prima ricognizione approfondita sulle tecniche dell’artista. L’anno successivo le Edizioni Plura producono un vinile di poesie fonetiche dell’artista.
Nell’aprile 1975 inaugura la prima grande mostra retrospettiva sulla sua carriera alla Rotonda di via Besana a Milano, dove sono esposte anche le plastiforme prodotte quell’anno. La mostra è a cura di Restany.
Il 9 settembre 1977, durante una manifestazione a Milano, l’artista è colpito al volto da una biglia di ferro e ricoverato all’ospedale: porterà sul volto i segni della ferita per il resto della vita. Fortemente influenzato dal clima politico degli “anni di piombo”, Rotella utilizza le immagini più iconiche degli eventi di quel periodo come soggetto dei suoi successivi riporti fotografici: le opere così ottenute, per il forte contrasto del bianco e nero, hanno un impatto dirompente e rendono in modo deciso e immediato la drammaticità dei fatti di cronaca.
Nel 1978 Carlo Ripa di Meana lo invita a partecipare alla XXXVIII Biennale di Venezia. In settembre la città di Ferrara presenta una retrospettiva sul suo lavoro mentre l'anno successivo espone le sue opere Mec-Art presso la galleria Il Dialogo di Milano.