ROBILANT + VOENA sono lieti di presentare una mostra dedicata all’artista italiano Mimmo Rotella, che inaugura il 5 febbraio nella sede londinese della galleria.
Investigando su oltre trenta anni della lunga carriera dell’artista, l’esposizione, curata da Antonella Soldaini, Direttore del Mimmo Rotella Institute, intende focalizzare l’attenzione sulla fascinazione che ha portato Rotella a sperimentare con materiali e tecniche innovativi, ponendo in risalto le molteplici tecniche utilizzate dall’artista per raggiungere una pratica concettuale radicale che coinvolge la società.
Nato nel 1918 a Catanzaro e cresciuto a Roma nel secondo dopoguerra, Rotella si rapporta con un ambiente culturale di respiro internazionale dovuto alla presenza in città di artisti quali Alberto Burri, Ettore Colla, Carla Accardi e Cy Twombly. Nel 1953 inventa la tecnica del décollage, diventandone uno dei massimi esponenti in quanto utilizzerà questa pratica lungo tutta la sua carriera.
Si appropria dei manifesti del cinema e della pubblicità: li preleva dai muri della città e interviene su di essi apponendo ulteriori strappi in grado di farne emergere vari strati, prima secondo un gusto informale e poi verso un uso più figurativo dei soggetti.
L’artista è del tutto in linea con il suo tempo: il suo gesto rivoluzionario di strappare porta con sé la necessità di istituire un contatto più diretto con la vita e la realtà che lo circonda. Inoltre, la sua sperimentazione con i materiali, le tecniche e i concetti è carica di toni politici e d’avanguardia: “Strappare i manifesti dai muri è l'unica rivalsa, l'unica protesta contro una società che ha perduto gusto dei mutamenti e delle trasformazioni strabilianti. Io incollo i manifesti, poi li strappo: nascono forme nuove, imprevedibili. Ho abbandonato la pittura da cavalletto per questa protesta. ” (M. Rotella, Autopresentazione, in brochure della mostra “Rotella”, Roma, Galleria d’arte Selecta, 30 marzo-8 aprile 1957).
Mentre nei décollages si avvale delle colorate e vibranti superfici dei manifesti utilizzati al recto, nei retro d’affiches è il verso dei poster a essere spesso lasciato intatto, così che la materia prelevata dai muri, con intonaco, sabbia, polveri e colle, rimanga in evidenza: si creano così superfici lunari in grado di eludere una semplicistica definizione di “materia”. In mostra sono presenti alcuni lavori seminali dalla metà degli anni Cinquanta fino ai primi anni Sessanta, ottimi esempi di questo vitale periodo.
Negli anni Sessanta Rotella inizia a lavorare con altre tecniche innovative come il riporto fotografico e l’artypo. Entrambe partono da processi fotomeccanici: nei riporti l’immagine è proiettata su una tela che viene impressionata grazie a un’emulsione fotografica; mentre gli artypos sono prove di stampa su cui sono state sovraimpresse più immagini. Queste due tecniche sono simili nel risultato alle sperimentazione portate avanti nello stesso periodo da Rauschenberg sia da Warhol sulla compenetrazione tra la tecnica fotografica e quella pittorica.
Mentre i riporti fotografici sono per la maggior parte caratterizzati da figure in bianco e nero e in alcuni casi da soggetti politici, gli artypos si distinguono per i loro colori vivaci e per le numerose immagini di pubblicità sovrapposte che producono un effetto concettualmente legato ai décollages sebbene a livello visivo questo nucleo di lavori risulti molto differente.
La dinamica sperimentazione di Rotella con i materiali e i processi continua negli anni Ottanta e Novanta con la serie dei blanks, collage su tela o su lamiera zincata creati applicando veline monocrome su una grossa porzione della superficie del manifesto che viene così in gran parte coperto. Con i blanks Rotella sembra desiderare un ritorno a un essenziale punto di partenza del suo processo artistico: questi lavori sono caratterizzati e carichi di un’intensità emotiva impenetrabile.
Parallelamente ai blanks, l’artista sviluppa le sovrapitture, realizzate sia su tela sia su lamiera zincata, nelle quali applica della pittura acrilica sui décollages. In queste opere la lamiera zincata assume un ruolo più pregnante: non è semplice supporto, ma diventa parte integrante del lavoro. Infine, alcuni esempi di décollages dei primi anni Duemila rivelano come la consistente adesione a questa tecnica la renda la più esemplificativa dell’attività di Rotella.
Un catalogo ampiamente illustrato (in inglese con traduzioni in italiano) di oltre cento pagine accompagna la mostra: in esso sono contenuti un testo di Antonella Soldaini e una cronologia sull’intera vita di Rotella.