La Galleria Christian Stein, con la consulenza curatoriale e scientifica del Mimmo Rotella Institute, presenta una mostra dedicata all’artista Mimmo Rotella (1918 - 2006).
Entrambe le sedi della storica galleria milanese, in corso Monforte a Milano e in via Monti a Pero, proporranno un ampio e articolato percorso espositivo (in mostra saranno presenti circa sessanta lavori) tramite il quale sarà possibile ripercorrere le principali modalità tecniche e artistiche di Mimmo Rotella.
Le opere selezionate mostreranno come l’attività di Rotella si sia svolta seguendo una linea coerente tracciata a partire dalla rielaborazione del manifesto pubblicitario.
Nello spazio di Milano saranno presentati lavori realizzati dalla metà degli anni Cinquanta quando l’artista, prelevando direttamente dai muri di Roma i poster che ricompone prima secondo un gusto informale, inventa i décollages e i retro d’affiches. Testimoniano della potente capacità innovativa e sperimentale di questo processo décollages come Carta materia (1958) e Technicolor (1961) e retro d’affiches come Ero io (1958) e Al reverso (1959). Impossessandosi dell’immaginario popolare costruisce un’articolata e complessa composizione formale ad esempio in La vedette du rythme (1962) e Il carabiniere a cavallo (1963), motivo per cui sarà riconosciuto come una delle personalità italiane più innovative del dopoguerra.
Dalla metà degli anni Sessanta e fino ai Settanta, Rotella seleziona i manifesti scartati dalle tipografie per creare gli artypos, dove l’atto della selezione diventa preminente rispetto all’intervento artistico (Credit, 1971).
La sovrabbondanza di icone e simboli, quasi un rumore visivo che caratterizza l’Italia nel passaggio dal boom economico agli Anni di Piombo, suggerisce nei primissimi anni Ottanta la necessità di silenzio e di raccoglimento che l’artista raggiunge con la serie dei blanks, prodotti dal 1980 al 1982: i manifesti, coperti da una velina a tinta unica, tacciono il loro messaggio a favore di una riflessione sulla forza evocativa del monocromo come in White Transparent Blank (1980). In alcuni casi emergono così rare tracce, indizi di quanto si sarebbe voluto comunicare, come in Pic nic (1980) e Brown Blank (1980).
Una selezione di artypos e blanks è presente nelle sale espositive della Galleria Stein a Pero, così come ampio risalto è dato in questa sede alle sovrapitture e ai décollages tardi. Dalla seconda metà degli anni Ottanta fino ai Duemila l’artista rivolge il suo ‘radar mentale’ verso la pittura, con netti riferimenti al graffitismo statunitense e alla Transavanguardia italiana: nelle sovrapitture Rotella agisce sui décollages oppure sui manifesti non ancora lacerati sovrapponendo all’immagine pubblicitaria un segno pittorico distonico e provocante (La casa dello studente, 1988), spesso indisciplinato (CeSSna, 1988) e quasi sensoriale come avviene ad esempio in Profili (1992-1994).
Comune denominatore tra le sovrapitture e i décollages degli ultimi anni è il grande formato: le opere esposte sono di dimensioni monumentali, spesso su lamiera metallica. In un mondo dove la comunicazione del prodotto da pubblicizzare è quasi gridata sui muri, Rotella con il gesto di lacerazione – sua cifra stilistica internazionalmente riconosciuta – dimostra di saper domare anche le immagini più forti, restituendocene una versione decostruita (Souvenir de luxe, 1993) o straniante (L’auto che va, 1991, e Soirée, 2004).
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo corredato con testi critici in relazione ai lavori esposti e arricchito da apparati scientifici.
L’iniziativa si inserisce nella serie di manifestazioni ideate dal Mimmo Rotella Institute e dalla Fondazione Mimmo Rotella per celebrare in tutta Italia il centenario della nascita dell’artista.
GALLERIA CHRISTIAN STEIN Pero, Via Vincenzo Monti 46